Archive for Riflessioni

Arbitri: a perderci non è l’Inter, ma il calcio

Lunedì. Il giorno meno piacevole della settimana. Quello in cui si torna al lavoro, in cui si riprendono i ritmi. Il giorno in cui tra colleghi si parla di cosa si è fatto durante il weekend. Il giorno in cui gli amanti di sport discutono sugli avvenimenti del fine settimana. Per l’ennesimo lunedì però, gli appassionati di calcio non si ritrovano a parlare solo di risultati, di gol spettacolari o di una giocatore che si è particolarmente distinto. E se lo si fa, passa in secondo piano. La scena se la prendono tutta gli errori arbitrali. Veri o presunti.

All’Inter è stato negato un rigore solare (a detta dei maggiori quotidiani) e il secondo gol di Sau è stato viziato da un fallo di mano (dopo la stupenda giocata – questa si sarebbe degna di nota – di Pinilla). Stramaccioni è stato espulso, la società ha dichiarato il silenzio stampa, Moratti si è sfogato chiamando in causa Calciopoli, la Juve ha postato sul suo sito un link che rimanda alla prescrizione dei nerazzurri e Galliani ha storto il naso perché a detta sua gli errori sono “fisiologici”. E questo è solo un rapido riassunto di tutto il polverone che si è alzato a livello mediatico e non.

Paradossalmente, nello stesso weekend si è giocata anche l’amichevole di rugby tra la nostra Nazionale e i campioni del mondo della Nuova Zelanda, i mitici All Blacks. Partita finita con una sonora sconfitta subita dagli azzurri, usciti da un Olimpico gremito tra gli applausi scroscianti dei presenti. Al tifoso di rugby piace lo spettacolo, piace vedere i propri beniamini lottare con tutte le loro forze e poco importa se alla fine si vince o si perde, se gli avversari sono stati superiori. Il tifoso di rugby sa che il risultato sul campo è trasparente, frutto del confronto tra le due compagini che si sono affrontate. Nel rugby l’arbitro, che non ha la pretesa di essere onnipotente, quando non è sicuro della scelta da prendere chiama in causa un suo assistente che, isolato in uno stanzino munito di TV, si riguarda le immagini e prende la scelta più corretta. Il tutto in pochi secondi. I tifosi sono tranquilli, i giocatori sono tranquilli, gli arbitri sono tranquilli e la partita prosegue tranquilla.

Nel calcio no. Gli arbitri sbagliano, poi compensano, litigano con i giocatori ed ecco che i tifosi si arrabbiano, che i presidenti che si sentono danneggiati sbottano, che gli altri ribattono e che lo sport vero viene dimenticato. Qualcuno però dice che il bello del calcio è proprio questo. A qualcuno, anche molto in alto, piacciono la polemica e l’incertezza del risultato resa possibile anche dall’errore arbitrale (?!?). A noi no. Noi preferiamo il dibattito sull’andamento delle partite e la trasparenza. E siamo sicuri, visto il calo continuo di tifosi sugli spalti delle Serie A, di non essere in pochi. Prima di essere tifosi di una squadra dovremmo imparare ad essere tifosi dello sport che amiamo, proprio come i tifosi di rugby, prima che della propria squadra, sono tifosi di rugby.

Champions League: l’urlo dei giovani

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L’esultanza di Isco dopo il primo gol allo Zenit

La prima giornata dei gironi di Champions League si è appena conclusa, regalando gol spettacolari e mettendo in evidenza giocate degne della massima competizione europea per club. Fino a qui niente di nuovo direte, del resto questo è ciò che ci si aspetta quando si parla di Champions. Rappresenta però una piacevole novità il gran numero di giovani talenti che sono riusciti a mettersi in evidenza in un simile palcoscenico, segnando reti da cineteca e giocando con una calma ed una naturalezza da veterani.

Il primo nome che viene spontaneo citare è sicuramente quello di Oscar del Chelsea, dato che la maggior parte degli italiani l’avrà visto siglare una magnifica doppietta contro la Juventus, poi riuscita meritatamente a rimontare. A soli ventuno anni e all’esordio nella competizione, il ragazzo ha già regalato gol da copertina. Autore di due reti anche il classe 1992 Francisco Roman Alarcon, conosciuto come Isco, che con il suo Malaga ha piegato lo Zenit di Spalletti con un sonoro tre a zero. E’ andato a segno per ben due volte anche il ventitreenne armeno Henrikh Mkhitaryan dello Shaktar Dontetzk nella vittoria per due a zero contro il Nordsjaelland. Gol e assist invece per il più conosciuto Cristian Tello del Barcellona nel difficile match che vedeva i baschi opposti all’ostico Spartak Mosca (per i russi a segno Romulo, 22 anni appena compiuti). In copertina ci è andato Messi, ma il talento di Tello, ragazzo nato l’11 agosto del 1991, ha dato una mano non meno importante. Gol non decisivo invece per Younès Belhanda, ventiduenne marocchino del Montpellier, che dopo aver portato in vantaggio i suoi ha dovuto suo malgrado assistere alla rimonta dell’Arsenal. Aggiungiamo alla lista anche il nostro classe 1992 Marco Verratti, osannato dalla stampa francese dopo l’egregia prestazione in Paris Saint Germain-Dinamo Kiev e l’ormai noto Toni Kroos (1990) del Bayern, autore del momentaneo 2-0 dei bavaresi sul Valencia.

Questa due giorni di Champions League ha dimostrato ancora una volta come i giovani, con la loro voglia, la loro freschezza e, perché no, anche la loro incoscienza, siano in grado di poter dire la loro. Nel calcio, come nella vita di tutti i giorni, si tende a pensare che l’esperienza sia l’unica componente per poter ottenere buoni risultati. Niente di più sbagliato. L’esperienza conta, certo, ed infatti il contatto quotidiano con gente matura avrà senza dubbio aiutato e aiuterà ancora questi giovani campioni nella loro crescita. Ma Verratti, Oscar, Isco & co. hanno dimostrato come non ci sia niente di più sbagliato che aspettare anni prima di dare a un ragazzo la possibilità di mettersi in mostra e dimostrare il suo valore. Largo ai giovani!

Dai campi della Nigeria a GM della NBA: la storia di Masai Ujiri

Postiamo un articolo segnalatoci da un lettore e pubblicato da Edoardo Tamallo su sportando.net. La storia, di vita e di sport, è una di quelle da film. Buona lettura!

“I titoli di coda stanno ancora scorrendo sullo schermo, ma la palla già rimbalza sul pavimento del soggiorno. Il caldo è intollerante per qualsiasi essere umano, ma non per il ragazzino. Esce di casa correndo e palleggiando. Tutt’intorno il paesaggio unico e speciale della Nigeria settentrionale. Ma lui non vede perché i suoi occhi e la sua attenzione sono rimasti di fronte alla televisione, a quelle immagini troppo belle per poter lasciare spazio ad altro. Continua a correre e a palleggiare, in unico movimento, sotto il sole africano, fino alla meta. Eccolo che si staglia ai suoi occhi, racchiuso fra due piccoli edifici, con l’asfalto consumato privo di righe e la terra rossa, tipica della zona, soffiata dal vento che ne occupa alcune parti. Il palo arrugginito a sostegno per quel tabellone mutilato del suo angolo superiore destro ed il ferro, il canestro, senza retina, con un parte del cerchio rotta, che lo fa pendere verso sinistra. Eccolo il playground, uno dei pochi in città, la sua meta, il suo paradiso. Read more

Tutto il mondo è paese: pesanti critiche dei media al PSG

Il PSG è sotto accusa. Non sono solo i media italiani ad aspettare l’occasione buona per sommergere di critiche chi non ottiene fin da subito i risultati attesi. Dopo il secondo pareggio nelle prime due giornate (0-0 in casa dell’Ajaccio), i giornalisti francesi non sono di creo stati clementi nei confronti della formazione guidata dal nostro Carlo Ancelotti. ”Ancora al buio”, “squadra in panne”, “tigre di carta”, ”gioco collettivo prossimo allo zero”, “attacco naufragato”, sono alcune della espressioni usate dai maggiori quotidiani transalpini, le Parisien e L’Equipe su tutti. Read more

Petrucci su Schwazer: “L’aspetto umano va salvaguardato”, siamo d’accordo

schwazerBelle parole pronunciate poco fa da Gianni Petrucci, presidente del CONI, sul caso Schwazer. A chi gli chiedeva se l’altoatesino, trovato positivo all’Epo il 30 luglio scorso durante un controllo, potrebbe diventare un testimonial contro il doping, Petrucci ha risposto: “Ce lo auguriamo, dovrebbe diventare il leader nella battaglia contro il doping, l’aspetto umano deve essere salvaguardato” (ANSA). Nads è d’accordo con il numero uno del CONI. Read more

Londra 1948-Londra 2012, da Usa-Russia a Usa-Cina: le tappe del cambiamento

C’era una volta la sfida tra Stati Uniti e Russia (Urss prima del 1989), ora gli americani se la giocano con i cinesi. Dalla prima edizione dei Giochi olimpici del dopoguerra, quella di Londra 1948, fino a quella che si sta attualmente svolgendo in Gran Bretagna, la lotta per i primi posti nel medagliere è stata praticamente sempre una questione riservata alle due superpotenze. Pechino 2008 invece ha visto salire alla ribalta la Cina, che già nelle precedenti edizioni aveva cominciato a competere con americani e sovietici, e che con i suoi 51 ori era riuscita a staccare tutte le altre nazioni partecipanti. Nell’edizione in corso, l’attuale nono posto nel medagliere della Russia con soli quattro ori vinti, sembra sancire il definitivo declino sportivo di quella che fu la patria del comunismo. Ma procediamo con ordine. Read more