Tutto il mondo è paese: pesanti critiche dei media al PSG

Il PSG è sotto accusa. Non sono solo i media italiani ad aspettare l’occasione buona per sommergere di critiche chi non ottiene fin da subito i risultati attesi. Dopo il secondo pareggio nelle prime due giornate (0-0 in casa dell’Ajaccio), i giornalisti francesi non sono di creo stati clementi nei confronti della formazione guidata dal nostro Carlo Ancelotti. ”Ancora al buio”, “squadra in panne”, “tigre di carta”, ”gioco collettivo prossimo allo zero”, “attacco naufragato”, sono alcune della espressioni usate dai maggiori quotidiani transalpini, le Parisien e L’Equipe su tutti.

Chi spende milioni e milioni di euro per costruire una squadra stellare, si sa, per l’opinione comune non gode di bonus, ma deve vincere subito e sempre. Nel calcio però il discorso è ben più complesso e il Real dei Galacticos o l’Inter degli anni ’90 insegnano. Per vincere nel calcio servono organizzazione, regole e disponibilità dei singoli a mettersi a disposizione per riuscire a creare una squadra e non un insieme di individualità. E perché ciò accada ci vogliono soprattutto tempo e bravura di chi dirige l’orchestra. Ancelotti crediamo sia un grande allenatore e che quindi vada lasciato lavorare in pace. Tirare le somme già dopo due sole gare di campionato forse è quindi un po’ troppo prematuro. Se si considera poi che contro l’Ajaccio mancavano giocatori del calibro di Sissoko, Tiéné, Thiago Motta, Thiago Silva, Douchez, Lugano e Ibrahimovic, non si vogliono dare alibi, ma qualcosina mancava.

Siamo sicuri che con un po’ di pazienza il PSG diventerà una squadra temibile per ogni formazione d’Europa. Magari non nell’immediato, ma nel futuro prossimo i giocatori dotati di talento e intelligenza vengono sempre fuori, devono solo trovare il proprio equilibrio e la propria collocazione all’interno del nuovo club e delle nuove dinamiche di squadra. Se poi così non sarà, beh, il bello dello sport sta anche in questo, no?

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