“Nads has a dream”: così questo blog sogna il mondo del calcio

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Una delle cose che rendono unica l’esistenza umana è la possibilità di poter sognare. I sogni non ce li potrà mai rubare nessuno e, volenti o nolenti, saranno sempre presenti nella nostra mente anche quando non vorremmo o quando pensiamo siano irrealizzabili. La bellezza dei sogni è che sono personali, privati, intimi, fatti su misura da noi, per noi. Anche nads ha tanti sogni e tra questi  c’è quello di poter vedere, un giorno, un calcio diverso.

Nell’anima dello sport sogna un calcio che sin dalle giovanili insegni ai ragazzi la bellezza e la fortuna di poter giocare a pallone stando insieme ai propri coetanei. Non l’arrivismo. Sogna un calcio che unisca razze e colori, non che li divida. Sogna un calcio in cui i genitori dei bambini lascino fare tranquillamente il proprio lavoro agli allenatori e ai dirigenti delle società, dei genitori che si limitino ad applaudire e ad incoraggiare i propri figli e quelli altrui senza trasmetter loro pressioni o ansie. Sogna un calcio in cui ci si dia la mano all’inizio dell’incontro…e anche alla fine. Un calcio in cui colpire un avversario quando l’arbitro non vede venga reputato da tutti uno sbaglio e non un atto d’astuzia. Sogna un calcio trasparente che porti allegria e che regali emozioni positive a chi lo segue, non timori e dubbi. Sogna un calcio in cui le tifoserie assomiglino a quelle di Napoli e Roma per il calore e l’attaccamento alla maglia e non per le loro scorribande. Sogna un calcio che alla fine del campionato venga ricordato per gli applausi degli ultras al proprio allenatore come accaduto a Lecce e non per i fumogeni e le invasioni di campo come a Colonia (perché anche in Germania hanno qualche gatta da pelare). Sogna un calcio in cui i giocatori milionari pensino a chi in questo momento è in cassa integrazione e a fatica riesce a dar da mangiare ai propri figli o chi al pallone ci gioca in terza categoria pagandosi la benzina per le trasferte. Sogna un calcio con più Zanetti, Del Piero e Maldini. Un calcio che abbia più presidenti che siano grati con i fatti e non solo a parole ai propri tifosi per la passione e l’affetto con cui seguono la squadra e non che abusino di questo attaccamento. Sogna un calcio che sappia guardare al futuro, che voglia rinnovarsi e non un calcio che invecchi come la mentalità di chi sta al vertice delle sue istituzioni. Infine sogna un calcio in cui i risultati vengano decisi da giocatori che danno il massimo nel campo da gioco e non da giocatori che danno il massimo nel campo delle scommesse.

Si dice che il calcio sia uno specchio della vita. A giudicare dall’involuzione morale della società odierna, si fatica a dubitare che non sia vero. Magari è illusione, magari utopia, magari il sogno di questo blog rimarrà tale, ma il paese in cui un giorno qualcuno pronunciò la celebre frase “I have a dream”, oggi ha come presidente un uomo di colore. Quindi non cercate di svegliarlo, perché, anche se ci provaste, continuerebbe a sognare anche ad occhi aperti.

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